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Cittadinanza dei Robot e A.I. profili giuridici

05/03/2018

A fine ottobre l'Arabia Saudita ha concesso per la prima volta nella storia dell'uomo la cittadinanza onoraria ad un robot con sembianze umane, chiamato Sophia ed è di pochi giorni fa la notizia che il Comune di Tokyo ha concesso la residenza ad un'intelligenza artificiale, Mirai Shibuya.
Leggiamo negli articoli giornalistici che la prima ha dimostrato di essere un capolavoro di ingegneria informatica e di robotica effettuando un discorso di ringraziamento alla cerimonia in cui ha ricevuto la Cittadinanza e rispondendo nelle seguenti interviste, mentre l’intelligenza artificiale giapponese è riuscita a conversare, in modo naturale, via chat con più di 200.000 abitanti del distretto in cui ha ora la residenza.
Evidentemente entrambe le concessioni della cittadinanza e della residenza rientrano in strategie commerciali e di marketing pubblicitario però, a mio avviso, destano non pochi problemi di stabilità dei sistemi giuridici.
Fermo restando lo stupore per i progressi scientifici dobbiamo però analizzare alcuni aspetti critici di tali concessioni.
Infatti, in quasi tutti i paesi mondiali, la cittadinanza è il requisito per avere i cosiddetti diritti politici di elettorato attivo e passivo.
Quindi se ad un robot viene concessa la cittadinanza egli stesso dovrebbe avere i diritti di elettorato che ovviamente spettano a tutti i cittadini ed in questo, da un punto di vista democratico, la macchina è di fatto parificata all'uomo.
Se allora ha gli stessi diritti di un essere umano, gli altri esseri umani dovrebbero avere gli stessi doveri e divieti nei rapporti con il Robot o con l’intelligenza artificiale?
Ma se questo è vero, i creatori di Sophia robot, esercitando i diritti del proprietario sulla loro creazione, potrebbero essere riconosciuti colpevoli del delitto di riduzione in schiavitù?
Poniamo il caso che per imperizia uno degli ingegneri che lavora agli upgrade del Robot accidentalmente lo danneggiasse in modo irreparabile sarebbe da considerare un omicidio colposo o un danno risarcibile in sede civile?
Se invece la distruzione del Robot Sophia fosse intenzionale verrebbe considerato danneggiamento o omicidio da un punto di vista penalistico?
Proseguendo se è cittadina di uno Stato essa dovrebbe avere un passaporto e con questo dovrebbe esserle concesso di viaggiare autonomamente, oppure se il proprietario di più robot dalle sembianze umane decidesse di utilizzarli nei più disparati modi fra cui dei veri e propri lavori, in questo caso, dovrebbe provvedere al pagamento di stipendi o salari con relativi contributi ed imposte?
Questi quesiti che sembrano paradossali in realtà non lo sono poiché se vengono riconosciuti a degli oggetti, sofisticatissimi ma comunque oggetti, delle prerogative umane o meglio dei diritti umani ed in questo caso uno dei diritti principi dello Stato come la cittadinanza è ovvio che corollario di questa concessione siano tutti i diritti e doveri che ne conseguono.
Quindi, ragionando al contrario se un robot o un A.I. uccidesse un uomo sarebbe responsabilità del robot che verrebbe condannato per omicidio o della società che lo ha prodotto?
Per ora siamo solo in una fase molto preliminare ma tra qualche anno potrebbero sorgere dei problemi di cui dover discutere nei parlamenti mondiali.